

Covolo di Butistone
Cismon del Grappa
Tel. 0424 524351 (IAT Bassano del Grappa)
Web www.cismon.it
email covolobutistone@libero.it
Il Covolo di Butistone è un'antica fortificazione militare che sbarrò il Canale di Brenta tra Primolano e Cismon del Grappa fino alla fine del Settecento, svolgendo le funzioni che poi furono delegate al forte Tombion edificato nel XIX secolo. Il Covolo era stato eretto a difesa di una delle principali vie di comunicazione tra la penisola italiana e la Germania.
La prima documentazione storica che ne accenna la presenza è del 1004. Numerosi storici e cronisti del passato hanno analizzato le origini e le fattezze del Covolo, senza offrire però elementi significativi per stabilirne l'origine. Esso era composto di due corpi di fabbrica: una casa del dazio, dove sin dal Medioevo si riscuoteva la tassa per le merci in transito, e la fortificazione militare che sorgeva in grotta. Tra il '200 e il '300 fu oggetto di contese tra i signori medievali, tra cui Carrara, Scaligeri e Visconti. Nel corso del '400 fu conquistato dalla Repubblica veneta, che ne mantenne il controllo per circa un secolo. Dopo le guerre di Cambrai all'inizio del XVI secolo entrò a fare parte dei domini di casa d'Austria, dei quali segnò il confine meridionale nella zona dei "Confini italiani" (gli attuali territori della Valsugana, di Primiero e territori a Roveretano). Rimase in mano agli Imperiali fino al 1796 quando la dogana fu distrutta nel corso di una battaglia contro le truppe napoleoniche.
Durante i secoli di dominazione imperiale la fortificazione fu un'enclave in territorio straniero, al cui comando vennero nominati esponenti della piccola nobiltà austro-tirolese. Le guarnigioni furono sempre molto piccole: erano composte da non più di dodici persone, compreso anche il daziario. All'interno della grotta il Covolo era composto di locali per dare alloggio - così raccontano i cronisti - a più di un centinaio di uomini. Di certo si sa che venne utilizzato come luogo di confino per prigionieri "eccellenti" o per malati di mente.
Sono molto celebri le numerose rappresentazioni cartografiche che nei secoli XVI-XVIII diffusero l'immagine di questa particolare costruzione. Va ricordata quella celeberrima di Mathias Burgklechner ora conservata al Landesmuseum Ferdinandeum di Innsbruck e la mappa del 1753 allegata agli atti della Commissione austroveneta, ora presso la Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza. Di particolare interesse anche il calco in gesso del sedicesimo secolo appartenente alla collezione del castello di Ambras presso Innsbruck.
Oggi sono visibili i resti della fortificazione in grotta, alla quale si accedeva anticamente solo per mezzo di una seggetta azionata da un argano, dove sono chiaramente identificabili l'altare di S. Giovanni Battista, la balaustra merlata, il pozzo, la cisterna, le postazioni per le colubrine, la prigione e la stanza per la truppa.