

Villa Rossi con parco storico
Via Santa Maria, Santorso
Tel. 0445 649571 - 0445 649570
Web www.parcorossi.it
email parcorossi@gmail.com
Il complesso urbanistico della villa e del podere di Alessandro Rossi a Santorso, ora comproprietà dei comuni di Schio e di Santorso, costituisce un singolare episodio della storia dell'architettura veneta del secondo ottocento, frutto della collaborazione tra potere industriale scledense di Alessandro Rossi e l'architetto vicentino Antonio Caregaro Negrin.
Il 28 Marzo 1865 il Rossi acquistò dalla famiglia Prosdocimi l'antica villa Bonifacio-Velo di Santorso con l'annessa chiesetta di Santo Spirito e gran parte dei terreni circostanti per farne un'oasi di pace per la sua famiglia e per creare un "Podere Modello " con i più avanzati sistemi di produzione agricola.
Ad attuare il vasto complesso della villa e del podere modello l'architetto Antonio Caregaro Negrin rimane impegnato per circa vent'anni (1865-1884) dispiegando in originali architetture il suo linguaggio eclettico.
La villa, come si legge in una mappa secentesca, era in origine assai modesta nelle dimensioni e di semplici forme rinascimentali, articolata in due parti ben distinte nelle funzioni, la casa padronale e la barchessa.
Quando al Caregaro Negrin venne affidato il compito di ristrutturare l'antica villa per trasformala in una sontuosa dimora per la numerosa famiglia di Alessandro Rossi, essa si trovava in uno stato di completo abbandono.
L'artista vicentino ampliò la parte padronale, aggiungendovi due corpi laterali, di cui uno sopraelevato di un piano rispetto all'intero edificio, incorniciando in tal modo il luminoso prospetto del corpo centrale risolto in forme architettoniche moderne.
Il Caregaro-Negrin impiegò con estrema disinvoltura gli elementi della tradizione classica insieme a quelli ottocenteschi: il doppio ordine delle quattro lesene tuscaniche e corinzie del corpo centrale della facciata è sottolineato dall'alta fascia decorativa disegnata a putti e fiori stilizzati e dall'elegante pergolo in ghisa sostenuto da mensole in pietra poggianti su busti d'angelo.
Nel riformare la parte rustica, il Caregaro - Negrin conservò la struttura della barchessa, rafforzò la base delle colonne tuscaniche d'ordine gigante, fece affrescare in stile pompeiano la parete di fondo e vi collocò una serie di busti di illustri personaggi.
La profusione degli ornati e l'eleganza delle linee architettoniche della maestosa villa, si traduce anche nelle sale interne che conservano per lo più l'aspetto ottocentesco. La grande sala di ricevimento del pianterreno è decorata in stile pompeiano con il grandioso affresco del Busato rappresentante Andromaca che riceve le spoglie di Ettore; la sala-biblioteca conserva il prezioso pavimento in marmo e lapislazzuli dell'Esquilino di Roma .
Ai piani superiori, un tempo riservati alle camere della fam. Rossi e degli ospiti illustri, si sale per mezzo di un'elegante scala che immette in un arioso atrio pavimentato con marmo a riquadri bianchi e neri nel quale è incisa la data d'inizio della ricostruzione della villa.